lunedì 30 gennaio 2012

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Introduzione

Sono una studentessa che si sta per laureare e ho deciso di condividere il mio lavoro di ricerca su più piattaforme, per cercare un parere dal web e dalle varie community sul tema della mia tesi.
Il lavoro di ricerca della tesi si focalizza principalmente sulla possibilità di creare un format televisivo alternativo .
In questo percorso si inizierà con una ricerca storica sulla televisione, soprattutto in Italia,
dai primi tentativi di costruzione materiale della tv al suo sviluppo nel corso degli anni, dai primi format televisivi , alla trasformazione di essi in tv spazzatura.
Il primo servizio pubblico televisivo nasce a Londra il 2 Novembre 1936, anche se è difficile stabilire chi ha inventato per prima la TV , perchè anche altri Stati come America, Francia, Germania e Italia provarono a sperimentare le prime trasmissioni nello stesso periodo.
In un Paese tecnologicamente arretrato come l’Italia della dittatura fascista, scienziati e tecnici come Alessandro Banfi, Arturo Castellani e molti altri hanno partecipato all’ avventura della televisione.
Nel 1939, il conflitto della seconda guerra mondiale, pone fine alle trasmissioni, che vennero bloccate e le frequenze destinate all’areonautica, così diventò protagonista della guerra la radio.
Il giorno della vittoria sul nazismo a Time Square, a New York, c’erano già le telecamere.
Terminata la guerra gli esperimenti ripresero con un nuovo e più aggiornato standard; il CCIR ( CCIR 601 hanno permesso l’introduzione del video digitale negli studi di produzione televisiva, infatti nel broadcast già da lungo tempo vengono impiegate macchine di registrazione video in formato digitale) già affermato in Europa perchè presentava 625 linee quindi una maggior risoluzione rispetto ai precedenti sistemi.
La tv italiana fu costruita in due anni con un gruppo di pioneri, la democrazia italiana, uscita dalla guerra aveva capito l’importanza della televisione.
Dando uno sguardo più ravvicinato all’Italia le zone interessate da questi test di trasmissione erano Milano e Roma  per un raggio non superiore ai 15 Km.
Continui esperimenti e prove tecniche si susseguirono fino all’inizio ufficiale delle trasmissioni nazionali RAI il 3 gennaio 1954.
Si inaugurano i centri di trasmissione di Milano, di Torino e Roma dedicando la prima edizione del telegiornale a questo evento.
L’avvento nelle nelle case italiane di una scatola luminosa chiamata televisione non ha solo modificato il significato del linguaggio mediatico, ma ha apportato dei profondi cambiamenti a livello sociale e più in generale antropologico, tanto che si certifica la televisione come responsabile di certi atteggiamenti e abitudini che a loro volta hanno cambiato interi modelli di comportamento.
Dagli anni 50’ in poi la diffusione della TV in Italia crebbe a ritmi stupefacenti, come precedentemente accaduto sul mercato americano.

In quegli anni in Italia la televisione era un bene di lusso che pochi italiani potevano permettersi,
tanto che i bar o le case dei propri vicini più abbienti,diventarono luoghi prediletti per
visioni di gruppo, soprattutto in occasione delle trasmissioni del primo
e popolarissimo telequiz italiano di Mike Bongiorno con “Lascia o raddoppia”o “Arrivi e partenze” per poi vivere un periodo di continuo sviluppo che durò un decennio.
Le trasmissioni a colori sono nate il 1977, poi l’avvento delle televisioni private
conclusosi con il piano delle frequenze e le norme per la diffusione dei programmi televisivi
della legge 6 agosto 1990, n.223, nota come Legge Mammì.
Nel 1995 nasce anche in Italia con Stream, in modo sperimentale, la pay-tv: chi non è abbonato al cavo, non può ricevere i contenuti televisivi.
Il mezzo di trasmissione non era più l’aria ma un cavo coassiale che assicurava che il segnale fosse ricevuto solo dagli abbonati e decodificato per essere mostrato sullo schermo tv per mezzo di un sintonizzatore specifico: il “set top box” (letteralmente “scatola sopra la tv”).
Oggi la TV per la maggior parte della popolazione italiana, e non solo, è spazzatura, perchè costituita per la maggior parte da programmi futili e inutili, ma all’ inizio del XX sec. era un sogno, per tanti scienziati, tecnici, artisti.
Questo è solo un breve cenno sull’evoluzione della TV, che andrò ad approfondire più avanti per poi concentrarmi maggiormente sulle ricerche del significato del mezzo mediatico, già effettuate da grandi studiosi come: TH.W Adorno, W.Benjamin, U.Eco,M.Mc Luhan, Aldo Grasso.

Ad esempio, secondo Umberto Eco, l’uomo dell’ era visuale viene ad avere un sovraccarico di informazioni sugli eventi temporali.
“Inoltre la civiltà dell’ immagine tende a uniformare gli osservatori passivi secondo standard di cultura e di gusto, e in base a un limite di promiscuità affettiva e mentale.
Per tutti la percezione del mondo attraverso le immagini si avviò a diventare superiore alla capacità di assimilazione dei singoli.
Si pensava seriamente di caricare gradatamente i nuovi stimoli visivi di funzioni simboliche e di procedere verso una stabilizzazione di un linguaggio ideografico.
Il problema della tv diventava così il problema stesso di una cultura di massa, con particolare riferimento ai rapporti che si pongono tra spettatore e schermo televisivo, tra conoscenza e media.
Nel nostro paese, oggi, la stragrande maggioranza dei telespettatori lamenta l’insulsa ripetitività di programmi sempre più scadenti; i critici televisivi s’indignano per la crescente volgarità delle trasmissioni e per l’assenza di creatività degli autori.
Si potrebbe dire che la televisione commerciale ha come referente privilegiato l’opinione di massa, che essa stessa contribuisce potentemente a plasmare e a tenere in stato di soggezione, mentre la televisione pubblica si rivolge anch’essa all’opinione di massa, ma con un intento diverso: trasformarla in opinione pubblica.
Se è vero che si vuole una tv diversa è anche vero che bisogna concedere più spazio ai programmi
di cultura, è altrettanto vero che c’è bisogno di più cultura nei programmi, cioè più intelligenza,
creatività e senso dell’ironia.”
(Cit. Umberto Eco -articolo per il “Corriere della Sera”)

La qualità è sempre più scadente, vi è una necessità di una tv diversa che informi e formi le persone.
Per i tanti milioni di cittadini che non leggono libri e neanche giornali, che non mettono piede in libreria , che non vanno quasi mai a teatro, la televisione è l’unico tramite con il mondo della cultura.
Pertanto per capire meglio il pensiero delle persone a riguardo , sono state coinvolte nello studio categorie di svariati soggetti intervistati per strada, nei negozi , in casa e il tutto documentato con delle riprese effettuate con camere professionali, webcam, macchine fotografiche digitali e analogiche.
Per descrive cosa accadde dalla nascita della tv fino ad ora verranno utilizzati anche video di found footage, pubblicati successivamente sul sito della tesi.
Attraverso una metodologia qualitativa e utilizzando un’intervista appositamente realizzata e focalizzata sulla visione della tv e su quello che la gente desidererebbe dalla tv, la ricerca indaga appunto su ciò e sulla possibilità di trovare, se ce ne è una, la soluzione per questa degradazione della TV.
Se non si potrà arrivare a nessuna di queste soluzioni forse si potrebbe parlare di un suicidio della tv.
Come lavoro finale si andrà a individuare una possibile tv alternativa, intendendo esplorare e mettere in luce il pensiero delle persone a riguardo, delineare un procedimento di ricerca indirizzato a realizzare un prodotto mediatico che risulti coinvolgente, informativo, culturale e accattivante, di qualità , al fine di rilevare un miglioramento o la distruzione totale della tv.
In conclusione vi chiedo :
“E’possibile una Tv alternativa?O vi basterebbe riavere la vecchia tv?”
“ Oppure pensate che quello che stia accadendo oggi alla televisione sia un suicidio della tv e di conseguenza non vi interessa salvarla?”